Fauleddas antigas

di Mario Figus

(giugno 1995)

(da Il Provinciale del 1 ottobre 1995)

Chi si limitasse a sfogliare frettolosamente il libro di Mario Figus rischierebbe di cadere in grossolane valutazioni. Bella forza, si potrebbe dire, Mario Figus arriva tardi, già circa 600 anni prima di Cristo, in Frigia, nell'Asia Minore, un certo Esopo andava raccontando favole di questo genere. Queste storielle, trasmesse oralmente di generazione in generazione, circa 600 anni dopo arrivarono al poeta favoleggiatore latino Fedro che per primo mise in versi alcune tra le più signiticative Favole di Esopo. Poi fu la volta del francese La Fontaine, membro dell'Accademia di Francia, che verso la fine del 1600 ripropose alcune delle favole più note.
Queste favole dal contenuto educativo, chiunque sia stato a scuola ha avuto modo di conoscerle in diverse versioni, ricostruite e riadattate alla propria lingua, cultura e tradizioni. Così che, di volta in volta, sono state utili per imparare il latino, poi il francese, ora il sardo. Di immutato rimane il contenuto morale, non predicato ma intuitivamente presente che, anche grazie al "repetita iuvant" riafferma la saggezza popolare fino a farla assurgere a valore di fondo.
L'impegno di Figus non può quindi essere ridotto a mera traduzione, perché di antico traduce solo quei valori di cui di è detto. Ma le "fauleddas" sono altra cosa, nella sostanza e negli intenti. Anzi, da un'analisi che superi appena l'epidermico si capisce subito che nessun confronto è possibile. Lo studio di Figus si articola in almeno tre direttrici fondamentali affrontate problematicamente: il contenuto pedagogico, la linguistica, la metrica. D'altronde non va tacciuto che Marco Figus è un pedagogista che è stato anche insegnante elementare prima di diventare direttore didattico e inoltre è uno studioso di lingua e cultura sarda.
Il libro è estremamente fresco e attuale e il ritmo ne consente la lettura tutta d'un fiato. Se mai fosse utile, a fronte di ogni favola è riportata la traduzione in italiano, "ma", avverte l'autore nella sua presentazione, "la traduzione ha il solo scopo di rendere facilmente comprensibile il testo in sardo. Per questo motivo è una traduzione strettamente letterale, in cui è conseguentemente assente il buon italiano".
"Fauleddas antigas" intende essere una operazione essenzialmente culturale, tanto che la Edizioni Fiore, che ha proposto il libro, in sintonia con l'Autore ha dato una veste editoriale sobria al piccolo scrigno di Figus per comprimere al massimo il prezzo finale che è stato contenuto in 12.000 lire.
G.A.

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