Villamar Fede Arte Storia e Tradizioni Popolari

di Albertina Piras, Antonio Sanna

luglio 1994

(da Il Provinciale del 1 agosto 1994)

Il libro di Albertina Piras e Antonio Sanna si colloca nel filone del risveglio delle culture locali.
Anche Villamar, come tutti i paesi della Sardegna, ha la sua storia. Una storia intensa di gente, di uomini che hanno vissuto, amato, lottato e sofferto come in ogni altro angolo di mondo, procurando al loro microcosmo il diritto di appartenere al macrocosmo. Sotto questo aspetto, estremamente significativo appare il capello di Albertina Piras alla seconda parte del libro: ìNella vita nessuno nasce per se stesso e nessuno muore per se stesso. Per quanto insignificante possa sembrare la vita di una persona, essa non passa mai inosservata nel teatro del mondo. Le nostre azioni e i nostri atti lasciano la loro impronta determinando reazioni e comportamenti altrui che a catena si ripercuotono, incidendo nella società e nella storia.” Una riflessione molto illuminata quella dell’autrice che, a mio parere, non solo giustifica l’esistenza del libro e dell’intero filone ma sollecita in modo imperioso gli intellettuali di tutti i paesi a uscire dal torpore per riscoprire la storia dei popoli, la storia della gente qualunque che, come sostiene anche Francesco Masala, è quella più autentica ma ancora poco raccontata.
La storia di Villamar è raccontata in modo semplice, piano ma non dimesso. Continuamente emerge una dignità che dà spessore agli avvenimenti tanto da farli apaprire indispensabili momenti del sistema universale. L’uso dei tempi, forse voluto, forse istintivo, è distribuito in modo da far sentire la narratrice più prossima agli avvenimenti. L’uso frequentissimo del presente storico consente all’autrice di acquerellare estemporaneamente dei quadri in cui ella stessa è presente.
Determinante il contributo del coautore Antonio Sanna che, attingendo al suo archivio, fotografando personalmente o ancora, ricostruendo col pennello quanto il tempo ha distrutto, commenta in modo efficace ed immediato l’intero racconto. Soprattutto nelle immagini, sia fotografiche che pittoriche, prodotte da Sanna si colgono chiari segni di una verve artistica da non sottovalutare.
Giovanni Mameli coglie certamente nel segno quando, nella sua introduzione, dice che ìgli autori raccontano i fatti del presente e del passato con un taglio narrativo, con un gusto dei dettagli che rende avvincente ogni pagina. Volendo si può leggere il libro come un lungo romanzo corale...”
Non mancherebbero altre chiavi di lettura, ma è una libertà interpretativa che preferisco lasciare ad ogni singolo lettore.
Il libro sarà presentato ufficialmente a Villamar il prossimo 20 agosto.
Gerardo Addari

Inoltre...