di Simona Viviana Ruggeri
(novembre 2004)
(da Il Provinciale del 1 dicembre 2004)
È una operazione di ricostruzione storica che mancava, quella di Simona Ruggeri. L’autrice, avvalendosi delle ricerche fatte per la sua tesi di laurea, in quasi 250 pagine indaga sull’universo femminile compreso in quel, relativamente breve, periodo storico che va dal 1919 al 1930. Seppure la ricerca sia mirata sulla donna giornalista il lettore attento non può che leggervi anche la condizione femminile vissuta all’interno di un contesto storico particolare come quello fascista ma non solo. “La seguente ricerca - dice l’autrice - si propone di ricostruire queste storie individuali affinché ne tragga arricchimento non solo la storia delle donne, ma tutta la storia sociale e culturale dell’epoca fascista. Attraverso l’intromissione nella loro sfera privata, nei loro pensieri e azioni, è possibile mettere in luce l’ambiguità della sfera pubblica, e come il regime tentasse di celarla dietro la facciata, costituita da “ordine e rigenerazione morale”. Al di là della politica antifemminista, si nascondeva un mondo composito e variegato di intellettualità femminili, che si agitavano nel piccolo di una rivista o di un articolo, documenti che consentiranno di svelare le contraddizioni del governo mussoliniano. Compaiono in questo lavoro le storie di numerose giornaliste che nel periodo di transizione e di profonda crisi del dopoguerra, lavorarono strenuamente contro i malcelati segnali antidemocratici del movimento fascista. Le stesse che diedero vita a pubblicazioni effimere, a causa delle leggi sulla stampa emanate dalla dittatura e per questa loro attività furono costrette al silenzio o all’esilio”. Ruggeri dedica il primo capitolo alla condizione femminile, a partire dalla metà dell’ottocento fino al movimento europeo dei primi del novecento, passando per la crisi della prima guerra mondiale che comunque comportò anche una emancipazione della donna. La donna divenne funzionale agli interessi nazionali. Quindi non più solo sposa e madre ma anche lavoratrice e produttrice attiva oltre che fruitrice ed erogatrice di indispensabili servizi sociali. Insomma un autentico patrimonio per la Nazione. La prima parte del libro è fatta di brandelli di storia che si configurano come premesse indispensabili per entrare nel vivo della stampa femminile e quindi della donna giornalista. Le pagine della prima parte si leggono con curiosità storica e senza le quali il resto del libro, riguardante il dizionario storico biografico, apparirebbe solo come un’arida sequela di schede da consultazione di personaggi noti e meno noti. In questa seconda parte vi si trovano oltre 150 biografie. Un elenco delle direttrici di giornali e un tabulato, utile per ulteriori approfondimenti, di giornaliste italiane degli anni venti non biografate. Il libro, indispensabile nella biblioteca di chiunque si occupi di informazione, è anche un complemento utilissimo per arricchire la conoscenza di un aspetto non trascurabile della cultura fascista che tanta parte ha avuto nella storia d’Italia.