di Virgilio Virdis
(luglio 2005)
(da Il Provinciale del 1 agosto 2005)
È in distribuzione il libro “Ricordi di una vita”. L’Autore è Virgilio Virdis, di Guspini, pensionato e impegnato attivamente nel sociale. La sua è la testimonianza di una vita vissuta sempre alla ricerca di una crescita personale, intellettuale e sociale.
“Nell’anno 1934, a sei anni non ancora compiuti, frequentai la prima elementare. ...” E più in là, in quinta, “...io e i miei compagni abbiamo imparato ad orientarci seguendo il ciclo solare, a conoscere i segreti del cielo e delle stelle, a vedere il mutamento delle stagioni, a usare gli attrezzi e a farne buon uso, a tener conto dei tempi impiegati per la semina, la coltivazione dei cereali e quello della raccolta, ad accorgerci quando un ortaggio aveva bisogno di acqua e quando no...” C’è tutto l’orgoglio del giovane Virgilio in queste parole.
Famiglia povera e numerosa ma Virgilio, spirito libero e curioso, non si adegua alla vita che gli è toccata in sorte e passa attraverso prove dure, che non lo abbattono anzi lo forgiano e lo temprano.
Nel 1939 si apre il capitolo lavoro. È apprendista fabbro, aiuto servo vaccaro, per due anni “mesomini” in una tenuta di campagna, dove festeggia i 15 anni.
La narrazione va ai ricordi delle estati, ai lavori e alle feste. Nel 1944 lo troviamo bracciante a Sa Zeppara: “Avevo quindici anni, lavoravo, mi guadagnavo il pane ed ero soddisfatto e pieno di voglia di vivere. Soprattutto ero ancor più convinto che l’isolamento del pastore non fa crescere le persone, avevo vissuto quell’esperienza e ne avevo sofferto parecchio”.
Scopre la bicicletta: è la libertà. Libertà di andare al mare, primo grande amore della sua vita.
Nel 1947 è assunto in un’impresa per lavori di bonifica, poi per la lotta contro le zanzare e ancora manovale per la costruzione della diga Donegani a Montevecchio.
La svolta viene nel 1950 col servizio militare. Diventa sempre più forte il desiderio di studiare, “superai brillantemente gli esami attitudinali e venni scelto come scritturale e destinato al Comando di divisione della Folgore di Treviso”. Al rientro cominciò a occuparsi di politica “e le idee di sinistra mi si adattavano bene perché le ritenevo aperte, libere, rivoluzionarie contro un mondo padronale che voleva tenere schiavo il popolo”.
Virgilio sente la necessità del cambiamento: “Dovevo proseguire gli studi: questo era il mio prossimo traguardo”. Così nel 1953 si iscrive alla scuola media vescovile e supera bene l’esame, nel 1954-55 intraprende lo studio in Ragioneria e a Cagliari, finalmente, si diploma e raggiunge il traguardo ambito.
Infine il lavoro come impiegato comunale, dal 1959 fino alla pensione.
Si dedica da quel momento in poi al volontariato e coltiva ancora di più di valori della solidarietà e della compartecipazione.
Traspare in tutto il racconto l’importante ruolo della moglie Luisa nella vita di Virgilio. Una donna speciale, che da 44 anni gli sta vicino, percorrendo insieme il difficile cammino della vita. È la storia di un uomo perbene. Il libro, che è stato seguito e curato nella stesura dalla signora Iride Peis, conoscitrice e studiosa di testimonianze della realtà guspinese e mineraria, si legge come un romanzo. Una sessantina di fotografie completano e commentano il libro, di 160 pagine. Buona la veste grafica.