Rime ritrovate

di Francesco Medda

(giugno 2008)

(da Il Provinciale del 1 agosto 2008)

Edizioni Fiore -114 pagine - euro 10


Scripta manent, le cose scritte rimangono.
Lo dicevano i latini, lo sosteniamo ancora noi soprattutto in questo caso e nell'atto di recuperare poesie scritte su diversi supporti: quadernetti ma soprattutto carta per pacchi, quella che per tanti decenni veniva usata per incartare il pane, la pasta ma anche la carne e tantissimi altri generi alimentari che si vendevano sfusi. Quella carta giallina che le massaie più parsimoniose conservavano per infarinare o come assorbente per i fritti. Ecco i tratti di una penna: nobilitare quell'umile supporto fino a farlo diventare telaio di una preziosa testimonianza culturale.
Merito di Francesco Medda, merito di chi ha preservato dalle ingiurie del tempo in una cassetta di legno questo piccolo tesoro e merito della nipote Gabriella Piras che ha voluto aprire quel semplice scrigno e dare alle stampe una parte del suo contenuto (48 su 182 ritrovate). Rime, poesie, riflessioni che tracciano non solo la personalità di un poeta che rischiava di restare nell'ombra, ma anche di un periodo storico e di una cultura ancora lontana dall'essere completamente e sistematicamente esplorata.
«Caro zio, -scrive Gabriella nella presentazione del libro- la vita non è sempre generosa, con te lo è stata anche meno. Io ti ricordo triste, ma felice quando sottovoce accarezzando il tuo gatto canticchiavi i tuoi versi, forse anche improvvisati. Io, bambina, non ti seguivo molto, solo ora capisco che ti rifugiavi in quello che era il tuo mondo: la poesia. Non ho fatto molto per te, nessuno di noi lo ha fatto, distratti a vivere la nostra vita. Ora, dopo tanti anni, ho ritrovato le tue poesie in una cassetta di legno ignorata e rimasta chiusa per tanto tempo. Le ho contate, sono 182, tutte scritte a mano su misera carta paglia…
…Ho scelto quelle che mi sembravano le più belle e significative, forse sbagliando rispetto a quelle che avresti scelto tu, ma sono sicura che da lassù sarai comunque d’accordo con me e rimarrai contento…».
Francesco Medda nasce a Samassi il 21 Gennaio del 1921, suo padre si chiamava Felice e sua madre Anna Bolliri. Non ebbe una vita fortunata, soprattutto a causa della somministrazione del chinino di Stato per curare la malaria che lo rese invalido a vita. Muore a Cagliari il 3 Aprile del 1979.



Maria Elena Addarii

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